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Legrandtour /3 Da Castelbuono verso Messina.

Dopo avere digerito il cannolo di Dattilo, che resterà per sempre impresso nella nostra memoria, ripartiamo alla volta di Castelbuono, per esplorare tutti gli altri tesori nascosti di questa terra piena di fascino e contraddizioni.

Abbiamo ancora tanta strada da fare in questo straordinario tour con Maserati. Cambieremo macchine, cambieremo paesaggi, ma quello che stiamo scoprendo insieme a voi in questo tour resterà impresso per sempre nella nostra memoria. Quindi…pronti, cintura, via.

Dopo Dattilo è tardi, cosi ci dirigiamo verso Castelbuono, nostra base per le prossime esplorazioni. Qui saremo ospitati in un’antica abbazia del 1200 che è stata trasformata in relais di charme, l’Abbazia Sant’Anstasia. Al risveglio il parco delle Madonie ci accoglie con il suo silenzio, la sua profondità e biodiversità, i suoi cieli tersi. L’aria è fresca, e la Levante scalpita, per cui di buon ora partiamo. Dopo un tratto in off, su strade che non hanno nulla da invidiare alle piste alpine, siamo di nuovo su asfalto. Abbassiamo l’assetto e via andare sui tornanti: un assetto perfetto ci accompagna sulle curve, regalandoci un piacere di guida che solo una Maserati sa dare. Se non lo provi, non puoi veramente capirlo.

Ci dirigiamo spediti verso la prima tappa in programma per oggi: Villa Palagonia, anche conosciuta come Villa dei mostri, a Bagheria. Costruita dal 1717 al 1749, è chiamata dei mostri per le oltre duecento sculture caricaturali e grottesche che la caratterizzavano,  dei cui oggi ne sopravvivono circa 60. Qui l’emozione prende il sopravvento, siamo davvero nello stesso posto in cui soggiornò Goethe, uno dei luoghi che colpì maggiormente il suo immaginario e che ritroveremo nel Faust. Ma non solo Goethe la usò per ambientarci una propria creazione. In tempi più recenti infatti registi come Tornatore e Bellocchio, e artisti come Alberto Sordi e Sergio Castellitto hanno creato scenari straordinari e incantati patrimonio comune della cinematografia italiana.

Oggi è una proprietà privata: è possibile infatti fare un tour parziale all’interno, ma non pubblicarne foto. Tuttavia la proprietà, che ringraziamo pubblicamente, ci ha permesso di ritrarre la Levante all’ingresso, posizionando le nostre ruote sulle orme dei grandi del passato. D’altronde, grandezza, chiama grandezza.

 

 

Con ancora le splendide immagini della villa negli occhi ripartiamo alla volta di un altro grande patrimonio storico dell’isola: la Regia Casina di caccia, nel bosco di Ficuzza, voluta da Ferdinando secondo di Borbone. Il complesso è monumentale e maestoso, con uno splendido prato sul quale molti bimbi, nonostante la giornata fredda giocano. Arrivarci è un piacere, il paesaggio è quasi alpino e la temperatura è quella di montagna. Scesi dalla nostra Levante cominciamo ad esplorare l’esterno, con le costruzioni di servizio, le scuderie, fino ad avvicinarci alla facciata neoclassica siciliana, che reca ancora oggi lo stemma borbonico.

Il palazzo oggi, dopo gli scempi dei passati anni è stato completamente ristrutturato grazie ai fondi della comunità europea ed ospita un museo sulla biodiversità della zona. I fasti del passato si vedono comunque: una fontana alla fine del lungo corridoio, tetti affrescati, locali di servizio che permettevano di avere il ghiaccio 150 anni prima che fossero inventati i frigoriferi, una chiesa privata inglobata nell’edificio. Il tour guidato merita ogni minuto della vostra attenzione, e permette di scoprire il restauro e le tecniche di costruzione, molto avanzate per l’epoca.

È ora di pranzo e l’energia inizia a scemare. Scegliamo di fermarci vicino, all'”Antica Stazione, dove ancora una volta gli sguardi sono tutti per lei, la Maserati Levante. Il pranzo è molto sostanzioso, finire da soli il menu fisso, ricco di prelibatezze locali, è praticamente impossibile. L’americano accanto a noi, dopo i primi 8 antipasti, si è alzato per pagare il conto, certo di avere terminato. Quando gli abbiamo spiegato che quelli erano solo gli “starters” ci ha guardati increduli. È stato necessario l’intervento del personale di sala per dire che si, c’erano ancora i primi, i secondi e il dolce.

Dopo una mangiata pantagruelica, che ci ha fatto apprezzare la ricercatezza di molti piatti a km zero, decidiamo di ripartire tettuccio aperto e cambio full auto. La nostra passeggiata ci porterà a Cefalà Diana, dove ancora oggi sono visitabili le antiche terme arabe. Sembra essere l’unico monumento arabo rimasto intatto e non modificato, e testimonia l’importanza della zona e il grado di avanzamento della civiltà. Quando in altre zone del mondo ancora si usavano le pelli per coprirsi e la lance per cacciare, in Sicilia c’era la seconda generazione (se non la terza) dedita ai piaceri della vita e in grado di sfruttare e godere delle sorgenti termali della zona.

 

Dopo Cefalà, la nostra ultima tappa è il castello di Caccamo, piccolo gioiello architettonico, custode di gran parte della storia della Sicilia occidentale. Lo abbiamo raggiunto con una serie di strade che sembrano disegnate per la nostra Maserati: gioia di guida e confort assoluto ci fanno capire fino in fondo la validità del progetto Levante, che oltre al piacere della vista regala sensazioni autentiche.

Ma il castello ci aspetta e lo scopriamo grazie alle guide in loco: recuperato anno dopo anno (a partire dal 1974), oggi mostra quanto la Sicilia fosse un territorio strategico e il grado di potenza e ricchezza che aveva raggiunto. Vedere i vasi usati per scaldare la pece da gettare addosso ai nemici, la collezione di armi antiche, l’enorme piazza d’armi fa comprendere davvero quella che era la vita di una volta e di quanto grande e dura allo stesso tempo potesse essere. Lì veniva ordita una congiura, là decisa un’esecuzione, nei saloni principali la strategia militare. Ci sono anche le segrete, con le scritte dei prigionieri condannati a morte o murati vivi. 

Il tempo a nostra disposizione è finito, siamo quasi al tramonto: dobbiamo ripartire per la prossima tappa del nostro #Legrandtour. Continuate a seguirci e a segnalarci quello di imperdibile che questa terra ha da offrire.

Ringraziamenti – Come sempre vogliamo ringraziare chi ci ha aiutato a realizzare questo meraviglioso progetto. Un sentito grazie dunque alla proprietà di Villa Palagonia, agli operatori dei musei regionali, al personale del castello di Caccamo per la straordinaria disponibilità. E grazie a voi lettori e follower per i vostri suggerimenti.